Prendendo atto delle criticità nella difesa delle piante emerse talvolta anche in modo drammatico nel corso di due decenni di applicazione del mercato unico, l’Unione Europea ha intrapreso una profonda revisione normativa del regime fitosanitario comunitario, che ha portato all’adozione di due nuovi regolamenti di base, il Reg. (UE) 2016/2031 relativo alle misure di protezione contro i parassiti delle piante e il Reg. (UE) 2017/625 sui controlli e altre attività ufficiali, con l'obiettivo di contrastare l'ingresso e la diffusione di organismi e microrganismi nocivi per la salute delle piante, le produzioni vegetali, gli ecosistemi forestali, gli impianti di arboricultura da legno, il verde urbano e periurbano, gli ambienti naturali e più in generale il patrimonio di biodiversità dell'Unione.
Il nuovo regime, completato da più di 30 regolamenti esecutivi già adottati, pur mantenendo le architetture di base preesistenti, ha modificato profondamente le modalità di intervento sulle emergenze fitosanitarie mediante l’elaborazione di specifici Piani di emergenza, il rafforzamento dei controlli alle importazioni, l'individuazione di una rete laboratoristica per la diagnosi, la modifica della struttura del passaporto delle piante, ma, soprattutto, attraverso una maggiore responsabilità a carico di tutti gli operatori professionali, in un’ottica di tracciabilità delle produzioni e rintracciabilità degli eventuali problemi fitosanitari.
Se da una parte agli operatori professionali è richiesta una maggiore responsabilità sui materiali vegetali prodotti e una migliore organizzazione delle proprie strutture, dall’altra le autorità competenti per i controlli dovranno dotarsi di strutture conformi ai requisiti fissati e di risorse umane e finanziare adeguate a garantire un intervento proattivo sugli organismi nocivi delle piante.
Al fine di garantire la piena applicazione delle novità introdotte dalla normativa europea è stato necessario intraprendere un impegnativo e articolato percorso di riordino dell’attuale normativa nazionale e del Servizio Fitosanitario Nazionale (SFN) così come delineato dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n.214, che si presentava articolato in Servizio Fitosanitario centrale e Servizi fitosanitari regionali, ma presentava criticità e non risultava più rispondente alle mutate esigenze di immediato intervento al presentarsi di nuove emergenze fitosanitarie.
Tale riordino si è concluso con l’adozione del decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 19, il cui primo obiettivo è quello di dare piena applicazione al nuovo regime fitosanitario europeo attraverso l’individuazione di una chiara “catena di comando”, nonché la definizione delle relazioni tra i soggetti coinvolti nella difesa delle piante e delle responsabilità in capo alle autorità identificate.
Al Comitato Fitosanitario Nazionale, la cui partecipazione è estesa al CREA-DC quale Istituto nazionale di riferimento per la protezione delle piante, è stato attribuito il necessario potere decisionale, consentendogli di assumere decisioni vincolanti rivolte ad ogni soggetto coinvolto nella difesa delle piante. Al Comitato possono altresì dare un contributo scientifico, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), le Società scientifiche che operano nell'ambito del settore della difesa delle piante e le Università.
Particolare attenzione è stata posta nella definizione di idonei strumenti, quali la rete nazionale laboratoristica e il Sistema informativo di Protezione delle piante, per garantire il massimo scambio di informazioni e conoscenze tra tutti i soggetti coinvolti.
La revisione del sistema nazionale di protezione delle piante ha, tra l’altro, introdotto la gestione delle emergenze fitosanitarie attraverso piani di emergenza e piani di azione ad hoc, ha razionalizzato i posti di controllo frontalieri, ha istituito un sistema di audit alle strutture del Servizio fitosanitario nazionale, nonché previsto la predisposizione di specifici piani di formazione e aggiornamento permanente, di controllo annuale alle produzioni e di indagine sugli organismi nocivi a livello nazionale.
Per la gestione delle singole problematiche è prevista l’istituzione di un “Segretariato per le emergenze fitosanitarie” che rappresenta il raccordo tecnico operativo tra il Comitato Fitosanitario Nazionale e le “unità territoriali” coinvolte nell’attuazione delle misure fitosanitarie derivanti dai provvedimenti di emergenza.
Ai tradizionali strumenti di quarantena vegetale come il controllo delle importazioni si affianca, quindi, la necessità di sviluppare un controllo capillare del territorio che permetta di identificare i problemi al loro insorgere e una capacità di sviluppare misure di controllo ed eradicazione che vedano la partecipazione sinergica di tutti gli attori coinvolti. Gli interventi di difesa delle piante, sia collettivi che aziendali, devono essere infatti costantemente adattati all’evolversi della diffusione e dell’impatto degli organismi nocivi sui territori, in un contesto capace di recepire con tempestività i progressi nelle conoscenze scientifiche, condividendo dati e informazioni provenienti da tutti gli attori del mondo agricolo, accomunati dalla non eludibile necessità di una stretta collaborazione tra ambiti scientifici, tecnologici, istituzionali e gestionali coinvolti nella difesa delle piante.