Le certificazioni di sostenibilità come strumento di contrasto all'Italian Sounding dei prodotti alimentari: aspetti gius-economici ed esperienze piemontesi

c/o Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, Piazza della Minerva, 38 (Roma)

L’Italian Sounding, come è noto sia agli operatori del settore agroalimentare che ai tecnici ed ai regolatori, costituisce l’imitazione di prodotti agroalimentari italiani a fini di commercializzazione fraudolenta, mediante l’assonanza di nomi, immagini, combinazioni cromatiche (come il tricolore) che evocano inequivocabilmente l’ambiente produttivo italiano, nel tentativo di sfruttarne l’appeal, soprattutto verso i Paesi in cui i consumatori hanno scarsa capacità di confrontare qualità, pregi e difetti dei prodotti alimentari. Ad es.: Parmesan - Pomarola - Zottarella in Germania, Prosek, Barollo, Grappagner, Cianti in US.
Per la «Filiera Italia» nel mondo l’IS crea un danno economico e di immagine del valore di oltre 100 md. ed una riduzione occupazionale di circa 300 mila posti di lavoro. Le azioni legali di contrasto scontano difficoltà operazionali: in US occorre agire in ogni Stato federato, con diversa normativa e diversi orientamenti giurisprudenziali, spesso con approccio al tema di tipo protezionistico verso gli operatori locali; in Europa i ricorsi alla Corte di Giustizia hanno avuto esiti contrastanti (caso Tocai, causa C-347/03, caso Parmesan, causa C-132/05 ). Le azioni di abuso di marchio, se azionabili, risultano convenienti soprattutto per le grandi imprese di trasformazione, con approccio globale (caso Ferrero Rocher in Cina) e di pressione di tipo politicodiplomatico (fu il caso della utilizzazione della denominazione Marsala Garibaldi a Rio Grande do Sul in Brasile).
Occorre pertanto rivolgersi, soprattutto a tutela delle PMI agroalimentari, a strumenti di contrasto giuseconomici quali proposti dalla dottrina di economia istituzionale (Williamson) e giuridica torinese (Bobbio ) consistenti in sanzioni negative ( disincentivi) e positive ( incentivi ) o agli stimoli (Nudges, Spinte gentili) verso comportamenti efficaci ed efficienti da parte degli operatori economici export oriented.
Uno di questi, attuale e molto apprezzato, in particolare dalle generazioni di consumatori giovani, è costituito dalle certificazioni di sostenibilità ambientale, economica, sociale ( tra cui il rispetto dei diritti dei lavoratori coinvolti nel processo produttivo e trasformativo), che la normativa europea ed italiana hanno incentivato. In particolare è stata recentemente approvata la Dir. (UE) 2024/825 che modificando la Dir. (UE) 2019/771 in tema di informazione ai consumatori tende a responsabilizzare gli stessi per la transizione verde e l’economia circolare, introducendo tra le pratiche commerciali sleali le pratiche di “greenwashing”, e armonizzando gli strumenti di informazione ai consumatori, tra cui i marchi di sostenibilità e le asserzioni ambientali, le etichette e gli avvisi armonizzati.
Tali strumenti informativi, adeguatamente certificati, possono efficacemente essere utilizzati dagli operatori economici per orientare le scelte di consumo verso qualità, sicurezza, sostenibilità, valori di cui i prodotti alimentari italiani sono portatori nel mondo e possono costituire utili strumenti di contrasto alla commercializzazione nei mercati interno, europeo e globale dei prodotti Italian Sounders.

Il workshop intende esplorare gli aspetti gius-economici e tecnico-politici del fenomeno nel nuovo panorama introdotto dalla recente normativa sul Made in Italy ( L. 27 dicembre 2023, n. 226 "Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy" ) al fine di proporre l’attivazione di incentivi alle certificazioni, in particolare per le PMI agroalimentari.


L’accesso alla sala – con abbigliamento consono e per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta – è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.
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