Come salvare il pianeta con latte e (s)plastica

  • 06 November 2019

L’hanno ricavata dal latte andato a male all’Università di Tor Vergata e l'hanno chiamata Splastica. E' una nuova bioplastica dura, compostabile, che resiste alle basse come alle alte temperature. “Ci si può fare un piatto, una cannuccia, un cucchiaino o una tazza, magari per bere del latte caldo”, racconta Emanuela Gatto, che dirige l’azienda appena nata in seno all’ateneo romano.
Il nuovo materiale insomma è al 100% biodegradabile, a base di polimeri naturali, realizzati a partire da scarti alimentari non edibili e mediante una sintesi ecosostenibile. Resiste a temperature fino ai 60 gradi o a meno 196 e ha una stabilità che ne garantisce l’utilizzo per 18 mesi.  L’idea, presentata all’ultima Maker Faire, è piaciuta parecchio, al punto da ricevere il primo premio Start Up Lazio 2018.
“In 45 giorni si degrada”, continua Raffaella Lettieri, anche lei parte del team. “Tenga conto che un caseificio medio piccolo finisce per buttare 300 mila litri l’anno di latte andato a male dal quale si possono tirar fuori 64 tonnellate di questo materiale”.
Il bello è che costa sensibilmente meno produrla rispetto a tutte le bioplastiche oggi in commercio, anche se ovviamente ha un prezzo maggiore rispetto della plastica normale, si parla di due o tre volte di più.
Secondo le stime dell’Unione Europea, sono circa 100 mila le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nei mari europei, considerando solo le aree costiere. Ma non è il solo aspetto da tenere in considerazione. Il settore delle bioplastiche da noi conta 252 aziende con 2550 dipendenti, stando al rapporto Rapporto Assobioplastiche. Rispetto alla nascita del settore, parliamo del 2012, la crescita è stata del 67%. Ed è cresciuto anche il giro di affari: 685 milioni di euro nel 2018, con un aumento dell’87%.   
A farla da padrone in fatto di consumi sono i sacchetti per l’asporto, 61%, seguiti dai sacchetti ultraleggeri come quelli usati per le verdure (19%), infine il restante 20 sono sacchi per la raccolta dell’umido e articoli per ristorazione, imballaggio alimentare e igiene della persona. La Splastica creata a Tor Vergata ha come utilizzo principe, essendo dura, quello degli utensili e ristorazione. Con il vantaggio di usare una materia prima che in Italia proprio non manca.  

da: Repubblica.it, 27/10/201