Vittoria Francesca Brambilla, il riso anti-brusone e gli integralisti

Amedeo Alpi, Massimo Vincenzini 26 June 2024

Ci chiediamo spesso: quanto dovrà durare questo periodo, inaugurato negli anni '90 del secolo scorso e sostanzialmente continuato sino ad oggi, contraddistinto da una ferma opposizione a tutto ciò che si può configurare come una alterazione del corredo genomico di qualsiasi organismo vivente? Se questo atteggiamento fosse solo un pensiero o un movimento creato intorno ad esso, dovremmo rispettarlo come si fa nelle democrazie mature. Il fatto è che alcuni degli adepti di questo modo di vedere le cose non si limitano a manifestare il proprio pensiero, ma intervengono pesantemente, anche con azioni deprecabili dirette alla distruzione di sperimentazioni in campo, come recentemente avvenuto a proposito del fatto che riportiamo e commentiamo.
Cominciamo dalla constatazione, probabilmente ignota a grande parte dell'opinione pubblica, che la Associazione Genetica Italiana (AGI) ha una storia lunga essendo stata fondata nel 1954 e presieduta per molti anni da studiosi di assoluto prestigio internazionale. Quindi gli studi di genetica sono sempre stati perseguiti in Italia con la serietà e competenza tipica di una comunità scientifica molto colta e scientificamente impegnata, soprattutto in ambito biologico e biologico-medico, anche in anni decisamente precedenti al 1954 e che corrispondono al diffondersi della cultura genetica dopo la famosa riscoperta delle leggi di Gregor Mendel, avvenuta nel 1900. Nello stesso anno 1954 fu formalmente approvata l'istituzione di una Società scientifica più orientata alle applicazioni, la Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA), che rappresentò l'occasione di riunire tutti coloro che studiavano la genetica delle piante coltivate e degli animali allevati, cioè la genetica rilevante per l'agricoltura. Risulta importante ricordare che, nella revisione didattica dei Corsi di Laurea afferenti alle Facoltà di Agraria del 1982, la genetica agraria cambia il suo status: da disciplina facoltativa all'interno del corso di laurea in Scienze agrarie, passa definitivamente come obbligatoria e quindi diviene materia di esame fondamentale per ogni studente che voglia conseguire la laurea in Scienze Agrarie.
Da quel momento in poi gli studi e le ricerche di genetica si sono molto incrementate negli ambiti agrari (Facoltà di Agraria, Istituti del CNR devoluti a problematiche del settore, Centri di ricerca del CREA, ecc.) andando di pari passo con uno sviluppo mondiale di questo tipo di ricerche che ha radicalmente cambiato il modo di porsi le domande e di programmare gli esperimenti a sostegno di esse in campo genetico. La scoperta degli enzimi di trascrizione, la tecnologia del DNA ricombinante, la metodologia PCR (reazione a catena della polimerasi), i primi sequenziamenti di singoli geni e infine i sequenziamenti di interi genomi, sono state le grandi acquisizioni realizzate nell'ultimo ventennio del secolo scorso e nel primo dell'attuale. Sarà del dicembre 2000 la data in cui l'intero genoma di una pianta superiore, l'Arabidopsis thaliana, viene sequenziato. Tale pianta era già considerata un organismo "modello" sul quale si potevano studiare, in modo relativamente semplice, molti aspetti della fisiologia, biochimica e genetica vegetale, ma da questo momento in poi si moltiplicano gli studi per arrivare alla descrizione precisa dell'attività di ciascun gene. Nel volgere degli anni sono stati sequenziati i genomi di fondamentali piante alimentari del mondo per cui la tecnologia che rese possibili i primi OGM era già sottoposta ad alcune importanti modifiche, sino a quando la scoperta, premiata con il Nobel per la Chimica del 2020 a Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, ha ulteriormente rivoluzionato il nostro modo di intervenire sulle modifiche del DNA con la messa a punto di un metodo preciso di "forbice genetica" chiamato CRISPR/Cas9.

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Parliamo di foreste

Intervista alla dottoressa Alessandra Stefani, accademica dei Georgofili e direttore della Direzione generale dell’economia montana e delle foreste nell’ambito del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Masaf: una lunga carriera che sta per concludersi con il pensionamento. Molti anni di esperienza che possono fornire riflessioni e indicazioni utili a chi rimane.

Giulia Bartalozzi 26 June 2024

Dottoressa, è a conoscenza del fatto che è stata presentata lo scorso 4 giugno una lettera aperta, da parte di UNCEM e Compagnia delle Foreste, insieme ad altri 14 importanti attori del mondo forestale italiano, con cui si sollecita i candidati alle elezioni europee a impegnarsi per dotare la Commissione di un’organizzazione amministrativa in grado di impostare le scelte tecniche e politiche a partire non dai fruitori, ma dai gestori del patrimonio forestale europeo? (Ne abbiamo parlato su Georgofili INFO). Che cosa ne pensa?
Si, sono al corrente di questa iniziativa e penso si tratti di una discussione ormai ineludibile. Sulla scorta dell’esperienza dell’istituzione, nel 2017, della Direzione generale dell’economia montana e delle foreste presso il MASAF, i cui risultati sono stati da tutto il settore giudicati positivamente, avendo comunque operato nel rispetto delle autonomie regionali, posso tranquillamente affermare che la multifunzionalità del ruolo delle foreste richiede che la sede dell’elaborazione di serie politiche forestali debba essere unica. La complessa organizzazione amministrativa europea deve essere adeguata alla attenzione rivolta al peculiare settore.

Come pensa che l'innovazione tecnologia potrà in futuro aiutare la gestione forestale? Quali ritiene essere le priorità?
Credo che l’innovazione tecnologica provochi un costante miglioramento del lavoro del forestale, purché questo non si dimentichi mai di confermare la sua attività entrando in bosco con gli scarponi ai piedi, naturalmente del modello più tecnologicamente avanzato. Credo infatti che moltissimi possano essere i supporti tecnologici, dai droni, alle foto satellitari, dagli strumenti di misura di precisione ai tree talker, dalle motoseghe a motore elettrico agli strumenti per esbosco più raffinati per diminuire fatiche, pericoli e compattamento al suolo. Ma il sopralluogo era e rimane a mio giudizio uno strumento indispensabile per assumere decisioni, sempre complesse, con l’accuratezza che richiedono.

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La Conservazione della Natura: un imperativo per il progresso umano

Francesco Ferrini 26 June 2024

Nel 1975, Antonio Cederna espresse una verità fondamentale che rimane attuale: "Conservazione della natura significa soltanto, alla fine, conservazione dell’uomo e del suo ambiente, incolumità e salute pubblica e quindi anche, proprio per questo, progresso economico, culturale e sociale." Questa frase incapsula una visione olistica della relazione tra l'umanità e il mondo naturale, sottolineando come la protezione dell'ambiente sia intrinsecamente legata al benessere umano e al progresso della società.

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Come le api bottinano gli inaccessibili fiori dell’esotica Jacaranda blu

Santi Longo 26 June 2024

Da alcuni anni le api trovano sempre più difficoltà a raccogliere il nettare dai fiori abitualmente visitati poiché le piante mellifere hanno notevolmente ridotto la secrezione a causa degli anomali andamenti climatici sempre più sfavorevoli all’attività dei pronubi, e di alcune attività umane che incidono negativamente sull’attività dell’alveare. 

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