LIBRI VIOLENTATI

di Lucia e Luciana Bigliazzi *
  • 13 June 2012
“Perdere un libro significa perdere un po’ della propria storia …” .
Così si scriveva a pochi mesi di distanza dall’attentato di via Georgofili del maggio 1993. L’occasione era la mostra Libri violentati allestita nel mese di ottobre 1993 nelle due sale del pianterreno della sede accademica, sopravvissute alla furia sconvolgente dell’ordigno che aveva devastato la medievale Torre dei Pulci, trascinando sotto le macerie vite umane, la biblioteca e l’archivio dell’Accademia dei Georgofili.
Quel pensiero scaturito nell’impeto del lavoro di quei mesi, teso al recupero del patrimonio dell’Accademia e sull’onda dell’emozione che si rinnovava ogni volta che prendevamo fra le mani una di queste “creature” ferite, sparpagliate, in alcuni casi ridotte a frammenti, conserva oggi come ieri tutta la sua forza.
E di questo dovremmo essere tutti più consapevoli.



Ogni libro è portatore e strumento di un grande messaggio: di libertà, per le idee che vi sono esposte (per le quali qualcuno pagò anche con la propria vita), del lavoro dell’uomo, dell’attento operare del compositore cui spettava formare pagina dopo pagina degli antichi testi a stampa mettendo pazientemente in ordine i caratteri tipografici, del torcoliere cui era affidato il faticoso lavoro del torchio tipografico, operazione questa fondamentale, senza la quale i libri non ci sarebbero stati ed i fogli privi di impressione sarebbero rimasti inutilmente accatastati nelle officine tipografiche.
E ancora: ciascun libro reca la storia di chi lo ha scelto per la lettura o lo studio, facendone un silenzioso e fedele compagno di viaggio, via via arricchitosi di note, riflessioni, commenti: una sorta di muto conversare fra l’uomo e il suo amico di carta.
Per tutte queste ragioni ogni libro che si perde, trascina con sé una fetta della nostra storia.


*Le Autrici sono incaricate delle ricerche storiche presso Accademia dei Georgofili

FOTO di Angelo Faiazza