Alcuni aspetti della rinnovazione naturale dei querceti di caducifoglie nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano (Roma)

di Ervedo Giordano
  • 24 November 2010
1. Rinnovazione naturale
I querceti di caducifoglie costituiscono, con oltre 2.000 ha, la classe più ampia tra i soprassuoli forestali presenti in Tenuta. Il querceto di caducifoglie, per le sue caratteristiche strutturali, rappresenta un lembo relitto di foresta planiziale che può considerasi ormai unico nel suo genere sull’intera costa tirrenica.
I fattori limitanti individuati per la rinnovazione naturale sono:
•    la pressione della fauna selvatica,
•    la riduzione degli apporti idrici.
Per quanto riguarda la pressione della fauna selvatica, la sua esclusione da ampie porzioni di bosco è una delle azioni che sono state programmate per i prossimi anni e la realizzazione di adeguate recinzioni rappresenterà un laboratorio permanente su cui poter monitorare la rinnovazione naturale in assenza di fauna selvatica. E’ stata quindi eseguita un’analisi inerente lo stato della copertura da parte delle chiome nelle aree che saranno oggetto di studio, al fine di acquisire i dati iniziali per il monitoraggio.
Attraverso la foto interpretazione di immagini aeree ad alta risoluzione, georeferenziate in ambiente GIS (Geographical Information System), a “Campo di Rota” su un’area di 48,7 ha, è stata rilevata una copertura del terreno, da parte delle chiome, pari a 21 ha (ossia al 43% della superficie).
E’ stato inoltre rilevato attraverso il censimento delle piante morte in piedi una riduzione pari al 20% delle piante portasemi. E’ quindi necessario mettere in atto interventi per la ricostituzione del bosco facendo ricorso all’integrazione della rinnovazione naturale anche mediante semine e sottopiantagioni.

2. Individuazione delle piante portasemi
Per la valutazione della potenzialità della rinnovazione naturale è stata effettuata una ricerca sulla loro presenza nelle varie strutture dei querceti. A questo scopo è stata eseguita una indagine mediante l’interpretazione di immagini aeree per individuare la loro presenza. Successivamente, si sono effettuati rilievi a terra su aree campione per la determinazione del numero di piante portasemi presenti ad ettaro. Le ricerche hanno portato alla seguente classificazione: 39% del territorio con un numero di portasemi pari a 0-10 ad ettaro, il 14% con 11-20 portasemi, il 23% con 21-40 portasemi, il 23% con 41-60 portasemi e solo l’1% con un numero di portasemi superiore alle 60 ad ha.
Inoltre, in collaborazione con la  Dott.ssa Villani dell’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale di Porano (Tr), è stata condotta l’analisi della diversità genetica e del valore biologico delle specie quercine esistenti nella Tenuta anche al fine di disporre delle caratteristiche genetiche delle piante portasemi.
E’ interessante osservare come le analisi genetiche abbiano evidenziato valori di diversità più basse per le specie Quercus ilex e Quercus suber rispetto alle altre specie analizzate.
Per il prossimo anno è previsto l’acquisizione dei dati dendrometrici all’interno delle aree di studio. Riguardo la riduzione degli apporti idrici è stato realizzato un DEM (Modello Digitale del Terreno) ad alta risoluzione per lo studio dei deflussi superficiali.


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