La Psilla dell’Eucalipto danneggia la produzione di miele

di Santi Longo
  • 21 September 2011
Gli eucalipti sono stati introdotti nel nostro Paese a partire dall’800 come piante ornamentali e largamente impiegati nell’ultimo dopoguerra anche in Sicilia sia per fini industriali che per rimboschimenti. Tali essenze ospitano un limitato numero di specie autoctone adattatesi ai nuovi ospiti e poche altre accidentalmente introdotte negli ultimi decenni del secolo scorso, senza problemi fitosanitari di particolare rilievo; per contro il notevole flusso nettarifero e il polline assicurano alle api abbondanti pascoli estivi e hanno favorito lo sviluppo dell’apicoltura razionale.
Lo scorso anno in alcune località dell’Italia meridionale gli apicoltori hanno osservato i caratteristici follicoli di colore bianco, costituiti da cera e melata cristallizzata, secreti dagli stadi preimmaginali della Psilla Glycaspis brimblecombei Moore, nota come Red gum lerp psyllid. La specie, di origine australiana, alla fine del secolo scorso, è stata introdotta e si è rapidamente diffusa nel continente americano (Brennan &, Gill, 1999) nelle isole Hawai, Mauritius, Madagascar, e quindi in Spagna (Valente & Hodkinson 2009) e in Italia (Garonna et al. 2010), Nel nostro Paese la Psilla è attualmente presente nelle regioni centro-meridionali (Campania, Lazio, Sardegna, Basilicata, Calabria e Sicilia comprese le isole Eolie) e minaccia di diffondersi in tutte le zone in cui è presente la sua pianta ospite che, a seguito degli attacchi, viene fortemente debilitata. Il notevole calo della produzione di miele registrato in Sardegna nel 2010, ha destato un giustificato allarme negli apicoltori siciliani che auspicano interventi adeguati. Nei centri urbani i follicoli che cadono dalle foglie, insieme alla melata creano notevoli fastidi
La psilla australiana è inserita nelle liste di quarantena dell’EPPO e per il suo controllo biologico nel continente americano è stato introdotto dall’Australia il parassitoide specifico Psyllaephagus blitens Riek. Sarebbe quindi auspicabile la sua introduzione anche nel nostro Paese considerato il ruolo marginale svolto dai nemici naturali indigeni rappresentati da Antocoridi predatori e da Vespe.

(Foto: Eucalyptus globulus, Archivio dei Georgofili)