La cantaride officinale

di Santi Longo
  • 13 May 2015
Con tale epiteto viene comunemente indicato il coleottero Meloide Lytta vesicatoria che, occasionalmente, in primavera, si riscontra in gran numero su Olivo, Frassino, Olmo e altre essenze arboree alle quali provoca erosioni fogliari, spesso circoscritte a singole piante, che vengono defogliate; inoltre può rodere l’asse dei germogli non lignificati. Gli adulti, di colore verde metallico, lunghi 15-20 mm, sono i responsabili delle erosioni; essi sono attivi durante le ore più calde delle giornata e la loro presenza è avvertita anche a distanza per il penetrante odore “di topo”che emanano. Le femmine, dopo essersi alimentate e accoppiate, depongono le uova nel terreno in vicinanza dei nidi pedotrofici di Imenotteri Apidi. Le larve giovani (triungulini) di colore nero, lunghe circa 2 mm, entrano nei nidi e si trasformano in larve del secondo tipo (cirtosomatiche) con capo sclerificato e zampe corte. Esse completano lo sviluppo ipermetabolico alimentandosi delle riserve alimentari, miele e polline e divorando gli stadi preimmaginali dell’ospite. Nella primavera successiva sfarfallano i nuovi adulti, il cui numero è estremamente variabile negli anni. In passato, se individuati tempestivamente, gli adulti venivano raccolti ponendo nelle prime ore del mattino, delle tende sotto le piante e scuotendo i rami per indurre il fenomeno della tanatosi. In tal modo si evitavano le defogliazioni; in alcune zone si ricavava qualcosa dalla vendita degli adulti catturati dai quali si estraeva la cantaridina, sostanza vescicante utilizzata in farmacopea. LESSER, nel tomo secondo, Capitolo VIII “Dell’Utilità e dell’uso degl’insetti nella Medicina”, della sua Teologia degl’insetti, del 1751, riferisce che ... ”le Cantaridi prese in polvere provocano le urine, guariscono dai morsi de’ cani rabbiosi e dissipano le Reume…. Rade volte si prendono per bocca le Cantaridi. Ma maggiore è ben l’uso loro esteriormente a forma di vescicatori. S’adropano nelle doglie di testa, nell’Emicrania, ne’mali di testa, negli accecamenti cagionati dal Mercurio o altri rimedi, che fanno rientrar gli umori; nel sussurar dell’orecchie s’applicano dietro l’orecchio in forma d’empiastro; nella sordità proveniente da contusione esteriore; nel mal caduco; ne’ dolori de’ denti ec. Le cantaridi sono eziandio un buon rimedio ai dolori Ischiadici, applicandole alla polpa della gamba; vagliano nelle febbri intermittenti non meno che nelle maligne ma questo rimedio si vuole usar con prudenza”. Fino a qualche anno addietro venivano consigliate nel trattamento delle verruche; ovvero alla dose di qualche milligrammo, nella terapia delle infezioni virali da Molluscum contagiosum. Ritenuta afrodisiaca, la cantaridina veniva anche consigliata per i suoi effetti simili a quelli del Viagra, seppur dolorosi. Paradossale è il caso dei componenti di un corpo della Legione straniera, di stanza in Nord Africa, ai quali nel rancio vennero servite cosce di rana che avevano ingerito adulti di Cantaride dai quali la cantaridina era passata nei tessuti delle rane e quindi nel corpo dei legionari i quali furono messi fuori combattimento da dolorosi e imbarazzanti sintomi di priapismo. 

(Foto:  Adulti di Lytta vesicatoria su olivo)


SPANISH FLY

This is the common name for the meloid beetle, or Lytta vesicatoria, which, in spring, is occasionally found in great numbers on olive and ash trees, elms and other tree species where it causes leaf damage, often limited to single plants that lose all their leaves. Moreover, it can eat the axes of non-lignified buds. Until some years ago, they were a recommended treatment for warts, namely, a very small dose was used to treat viral infections of Molluscum contagiosum. Considered an aphrodisiac, Spanish fly was even recommended for its effects similar to those of Viagra, albeit painful. Then, there is the bizarre case of members of a Foreign Legion corps stationed in Northern Africa whose rations contained the legs of frogs that had eaten adult Spanish flies. The cantharidin in the frogs’ tissue passed to the legionnaires, who were put out of action by painful and embarrassing symptoms of priapism.