Segare il ramo che ci sostiene

di Angelo Panebianco
  • 18 March 2015
L’Accademia europea per la scienza, che raggruppa una parte ampia degli scienziati europei, ha inviato una lettera aperta al Parlamento e alla Commissione europea. Gli scienziati protestano contro il piano Junker di investimenti: al fine di recuperare il denaro necessario, sono stati decisi tagli ingentissimi (oltre 1 miliardo di euro) a Orizzonte 2020, il fondo europeo per la scienza …
La “ricchezza delle nazioni”, il benessere collettivo, dipende da una pluralità di circostanze favorevoli, ma le due in assoluto più importanti sono l’esistenza di condizioni di libertà personale e, appunto, lo sviluppo scientifico. Eliminate l’una o l’altra condizione e, alla fine, il benessere svanirà.
Si aggiunga che la frenata europea alla ricerca si somma a trasformazioni culturali che stanno anch’esse, da tempo, ispirando politiche sfavorevoli allo sviluppo e che sono influenzate da teorie di assai dubbia qualità: dai forti tagli alle emissioni di anidride carbonica (criticati dal Nobel Carlo Rubbia) all’eccesso di vincoli in materia OGM.
Come ha osservato l’Economist, in Europa stiamo pagando le conseguenze del pervertimento del cosiddetto “principio di precauzione”: da invito a esigere seri controlli e sperimentazioni si è trasformato in un puro e semplice divieto di qualunque innovazione ...
Investire nella scienza e scommettere sull’innovazione implicano la disponibilità e la volontà di pensare al futuro. Ma a pensare al futuro sono per lo più le società giovani, demograficamente vitali, non quelle invecchiate e stagnanti. Il declino della ricerca va associato al declino demografico dell’Europa. … Le società che invecchiano vogliono che i soldi pubblici vadano in previdenza e assistenza, non in istruzione e ricerca ...
Non c’è però nulla di predeterminato in questi processi. Benché anche in America le conseguenze del benessere si siano riflesse sui tassi di natalità, ciò non ha ridotto la spinta ad investire in scienza, ricerca, innovazione … E’ dubbio che ciò si possa dire dell’Europa.

(Il testo è tratto da un articolo di A. Panebianco pubblicato su Il Corriere della Sera lo scorso 21 dicembre 2014)


Sawing the branch out from under us 

The European Science Academy, that brings together a large part of European scientists, has sent an open letter to the Parliament and the European Commission. The scientists are protesting against the Juncker investment plan: in order to recover the necessary money, huge cuts (over 1 billion euro) to Horizon 2020, the European fund for science, have been decided …. What is more, the European slowdown in research adds to cultural shifts that have also, for some time, been inspiring policies unfavorable to development policies and have been influenced by theories of rather doubtful quality: ranging from the severe cuts to carbon dioxide emissions (criticized by Nobel laureate Carlo Rubbia) to the excessive constraints as regards GMOs.

(Taken from an article by Angelo Panebianco published in Il Corriere della Sera on 21 December 2014)