Le cure materne della Cimice della betulla

di Santi Longo
  • 23 April 2014
Di norma gli insetti adulti dopo aver deposto le uova, in siti idonei, le abbandonano al loro destino; tuttavia alcune specie di Rincoti Eterotteri, note come cimici delle piante, oltre alla protezione delle uova assicurano le loro cure parentali agli stadi giovanili. Il maschio della cimice africana Rhinocoris albopilosus presidia e difende le uova fino alla loro schiusura; mentre la femmina di una cimice sud-americana, oltre a proteggere le uova, trasporta le forme neonate sul dorso del proprio corpo durante gli spostamenti. L’indigena cimice Elasmucha grisea (L), frequente nella nostre aree boschive, presenta un peculiare comportamento. La specie svolge una generazione annua a spese di varie latifoglie (Betulla, Pioppo, Ontano) delle quali punge i germogli e le foglie suggendone gli umori. Gli adulti, lunghi circa 1 cm, si accoppiano nella tarda primavera e, da giugno ad agosto, le femmine fecondate depongono una ventina di uova, simili a perline subsferiche, riunite in una caratteristica ovatura che incollano alla pagina superiore delle foglie. La madre passa la maggior parte del suo tempo sulle uova, tenendo le zampe divaricate e il corpo sollevato (Foto di apertura), proteggendole da eventuali aggressori e dalle intemperie. Dopo una decina di giorni di incubazione le uova schiudono e le neanidi, che restano insieme, trovano rifugio sotto il corpo materno dal quale si allontanano solo per alimentarsi rimanendo in gruppo (Foto 2). Nel corso del loro rapido sviluppo gli stadi giovanili si mantengono gregari intorno alla madre dalla quale si separano solo quando divengono adulti. Questi, dopo una fase di dispersione e di alimentazione sulla vegetazione, passano l’inverno in ripari vari e riprendono la loro attività nella primavera successiva. La specie eurosibirica, nota per l’Italia settentrionale e centrale, è presente in Sicilia sugli Ontani napoletani, dei Nebrodi e sull’Etna dove periodicamente compare in gran numero sulle betulle destando qualche ingiustificato allarme. In effetti la cimice, lungi dall’essere dannosa, evidenzia gli interessanti aspetti etologici richiamati che vanno posti in relazione con complessi istinti gregari e di interattrazione governati da specifici feromoni che regolano i rapporti di convivenza e interelazione fra genitori e figli, molto rari fra gli insetti.


Foto in apertura: femmina di Elasmucha grisea che protegge le proprie uova


Foto 2:  stadi giovanili di E. grisea su Ontano napoletano