Le macchine a vapore in agricoltura

Dall'intervento svolto in occasione della Giornata di Studio su "Il vapore e la meccanizzazione: rivoluzione, innovazione, evoluzione" (19 ottobre 2012)

di Pietro Piccarolo
  • 24 October 2012
La pentola a pressione di Denis Papin (1679) ha consentito di concepire le soluzioni meccaniche atte a utilizzare l'energia che si sviluppa nel passaggio di stato dalla fase liquida a vapore; è però allo scozzese James Watt che va il merito, dopo circa novanta anni, di avere ideato il motore a vapore. Motore che, nel corso del 1800 ha trovato applicazioni nel trasporto (su strada, per ferrovia e per acqua) e nell'industria (del tessile e delle fonderie)
In agricoltura l'800 è il secolo in cui si ha il graduale passaggio dal lavoro manuale e animale a quello meccanico fornito dall'energia del vapore, dando così l'avvio al processo di meccanizzazione agricola che si svilupperà nel secolo successivo, con altri sistemi di propulsione.
Le applicazioni in agricoltura delle macchine a vapore vanno riferite a due campi di impiego. La prima, ormai abbandonata, riguarda l'utilizzazione dell'energia meccanica prodotta dal motore a vapore per l'azionamento di macchine operatrici; la seconda, ancora oggi attuata, è relativa all'impiego diretto del vapore nella disinfestazione del suolo e dei magazzini. Nella prima, applicazione le macchine impiegate sono state le locomobili e le locomotive. La locomobile agricola era azionata da un motore a vapore, generalmente saturo, prodotto da una caldaia a tubi di fumo. di potenza compresa tra i 4 e i 30 kW. Motore e caldaia erano montati su un telaio in ferro che ne facilitava il trasporto. L'alimentazione era prevalentemente a carbone, ma anche a paglia, con un rendimento totale, incluso il generatore di vapore, inferiore al 5%. L'impiego prevalente era rappresentato dal lavoro di trebbiatura, nel quale la locomobile forniva l'energia meccanica alle trebbiatrici. Le locomotive, essendo semoventi ,erano invece impiegate in campo, nei lavori di mietitura, trebbiatura e soprattutto di aratura, sia con trazione funicolare e sia con trazione diretta dell'aratro. Le potenze in gioco potevano superare i 200kW, utilizzando vapore surriscaldato, con rendimenti intorno al 10% Le macchine per la geodisinfestazione con vapore surriscaldato sono state studiate e realizzate dopo la messa al bando del Bromuro di metile. Nel mercato si trovano due tipologie di macchine: quelle che operano in modo continuo e quelle col sistema a piastra che sono invece del tipo “stop and go”:la piastra viene poggiata al suolo e vi rimane per il tempo necessario all'iniezione del vapore, dopo di che avanza di uno spazio pari a quello della piastra e ripete l'operazione. Nell'uno e nell'altro caso  queste macchine possono essere dotate di sistema di guida e di avanzamento completamente automatici.

FOTO: Fototeca Accademia dei Georgofili - Fondo R.E.D.A.