Quale futuro per le grandi colture dopo il 2013?

di Filiberto Loreti
  • 01 June 2011
Nell’aprile del 2008 l’Accademia dei Georgofili ha pubblicato un promemoria sulle problematiche prioritarie dell’agricoltura legate alla revisione della politica agricola comunitaria
In Italia, nel decennio 2000-2010, si è registrata una preoccupante contrazione sia della superficie complessivamente coltivata (- 12%) sia di quella destinata alle principali colture erbacee di pieno campo (- 22%  per i cereali e - 60%  per le colture industriali). In molte aree della penisola si è fatto sempre più evidente e preoccupante il fenomeno dell’abbandono delle superfici coltivate che ha raggiunto nel 2010 ben 2 milioni di ettari, di cui quasi 1 milione per i cereali e più di mezzo milione  per le colture industriali; nel Centro Italia, poi,  è stata registrata la maggiore contrazione delle superfici a seminativo e in Toscana l’andamento delle superfici coltivate supera drammaticamente il trend nazionale: Grosseto, Arezzo e Pisa sono le province in cui la perdita di SAU è stata superiore al 20%. Nel medesimo periodo il trend dei costi dei mezzi tecnici e delle operazioni agricole, insieme all’imprevedibile andamento dei prezzi delle principali colture erbacee di pieno campo, sembra aver ulteriormente contribuito alla riduzione delle superfici coltivate.
    Tali problemi sono stati affrontati e discussi sotto diversi punti di vista nella Giornata di Studio organizzata dalla Sezione Centro Ovest dell’Accademia dei GeorgofiIi e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il 24 maggio 2011, nella quale sono stati approfonditi i problemi e proseguite le riflessioni già avviate lo scorso anno a Firenze in merito al futuro prossimo delle grandi colture di pieno campo nella nostra agricoltura. Relazioni sono state tenute dai proff. Enrico Bonari, Leonardo Casini, Giampiero Maracchi, Antonio Michele Stanca e Federico Vecchioni ed hanno riscosso un ampio consenso dal numeroso pubblico intervenuto.