La normativa di commercializzazione dei prodotti di origine animale

di Dario Cianci
  • 11 May 2016
L’apertura al mercato internazionale e  l’allargamento dello spettro delle opzioni di acquisto ha reso necessari continui interventi normativi al livello sovranazionale e nazionale per una politica che difenda il prodotto interno e il consumatore dalla aggressività di alcuni operatori del mercato. I consumatori hanno il diritto di conoscere cosa comprano, ma bisogna anche garantire un vantaggio commerciale alle aziende che elevano gli standard operativi e che garantiscono la sicurezza igienica e la qualità (nutrizionale ed organolettica) dei prodotti con precise condizioni di rintracciabilità lungo la filiera produttiva e commerciale. Le tentazioni di frodi commerciali sono fortissime; non possono essere tenute a freno affidandosi solo alla buona fede dei commercializzatori ma è di estrema importanza lo sviluppo di un sistema di garanzie, al mondo della produzione ed a quello del consumo, da utilizzare come strumento di controllo e quale leva strategica per accedere a mercati di consumo attenti alla ricerca di salubrità e qualità. Operativamente per proteggere bisogna poter seguire e/o ricostruire il percorso seguito da un alimento, un mangime, un animale e/o da un suo prodotto in tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla trasformazione ed alla distribuzione, con l’identificazione evidenziata da etichette e/o certificazioni. 
Sin dalla costituzione tra gli obbiettivi della Unione Europea vi è stata la libera circolazione delle merci, con la garanzia per il consumatore della conoscenza delle qualità del prodotto da acquistare. Oggi le norme EU, le più rigorose del mondo, stabiliscono la classificazione e il luogo di produzione degli alimenti nonché i requisiti per la sicurezza e la qualità. La normativa si traduce in vincoli ma anche in opportunità per le imprese che devono acquisire gli elementi informativi utili per definire strategie di comportamento. L’azione europea per la sicurezza alimentare è stata avviata con l’adozione di una strategia globale “Sicurezza dai campi alla tavola” e nel 1997 con il Libro verde sui principi generali della legislazione in materia alimentare a cui ha fatto seguito nel 2000 il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare. Segue nel 2002 il regolamento General Food Law che introduce il principio fondamentale di un approccio integrato di filiera (non settoriale) stabilendo che a partire dal 1° gennaio 2005 per la rintracciabilità aziendale di un prodotto di origine animale "gli operatori devono essere in grado di individuare chi abbia fornito loro un alimento, un mangime, un animale destinato alla produzione alimentare o qualsiasi sostanza atta a far parte di un alimento o di un mangime. A tal fine detti operatori devono disporre di sistemi e di procedure che consentano di mettere a disposizione delle autorità competenti, che le richiedano, le informazioni al riguardo". Lo scopo è quello di conservare traccia della storia delle materie prime e delle lavorazioni subite da mangimi, animali o loro prodotti, ingredienti, additivi, etc. per isolare un lotto in caso di emergenza e consentire agli organi di controllo di gestire eventuali situazioni di pericolo. Per valutare i rischi associati alla catena alimentare istituisce inoltre l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (l’EFSA, con sede a Parma) e fissa procedure nel campo delle valutazioni scientifiche: analizzando la percezione pubblica dei rischi, collaborando con le autorità nazionali, le parti interessate e i media, garantendo omogeneità tra le varie valutazioni. Nel 2004 i Regolamenti 852, 853, 854 e 882 regolano l'igiene, i controlli e la conformità alla normativa dei prodotti alimentari di origine animale destinati al consumo umano ed alle norme su salute e benessere degli animali. Nel 2006 il Pacchetto Igiene sancisce che tutti gli Stati Membri della UE devono avere gli stessi criteri per l’igiene della produzione di alimenti e per i controlli sanitari. L’uniformità delle norme sanitarie rende infatti possibile la circolazione di alimenti sicuri con un sistema dei controlli che consideri la sanità animale ed il benessere animale con attività gestite da Autorità Centrali  (Ministero della salute), Regionali  (Assessorati alla Sanità di Regioni), Provinciali e Locali (Servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Locali).
In Italia, per assicurare la sicurezza alimentare lungo la filiera di produzione e trasformazione, sono state emanate leggi per ogni categoria di alimenti, prevedendo l’introduzione di sistemi di tracciabilità, con l’indicazione obbligatoria dell'origine. Il D. L. 135/2009  prevede che per l'immissione al consumo o la comunicazione commerciale sia classificabile come made in Italy il prodotto o la merce la cui lavorazione ed il confezionamento siano stati compiuti esclusivamente sul territorio italiano; sull'etichetta del prodotto alimentare è obbligatoria l’indicazione del luogo di coltivazione o di allevamento della materia prima utilizzata. Sono in vigore anche norme riguardanti integratori alimentari, coloranti, vitamine, minerali, residui di farmaci veterinari, pesticidi, materiali a contatto con alimenti. Per i singoli prodotti le modalità per le indicazioni obbligatorie sono definite con decreto del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico e sentite le organizzazioni nazionali rappresentative dei settori di produzione e trasformazione. Le Regioni possono avvalersi dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri nonché degli organi di polizia locale per eseguire controlli sull’applicazione delle disposizioni.

Marketing regulations for foods of animal origin
The opening to the international market and the enlargement of the range of purchase options have made it necessary for continuous regulation at a national and supranational level via a policy that defends domestic products and consumers from the aggressiveness of some market players. Consumers have a right to know what they are buying, but we must also secure a commercial advantage for companies that increase operational standards and guarantee their products’ hygiene safety and (nutritional and organoleptic) quality with precise traceability conditions for the productive and commercial chain.
Today EU regulations, the strictest in the world, have established the food classification and place of production as well as requirements for safety and quality. These regulations translate into constraints but also opportunities for companies that must acquire the information elements useful for defining behavior strategies. 
In Italy, regulations to assure food safety along the production and processing chain for each food category have been issued, providing for the introduction of traceability systems indicating origin.