L'arrivo del 5G mette a rischio le previsioni meteo, salto indietro di 40 anni. Esperti americani ed europei preoccupati. Ci spiega perché un meteorologo del CNR

di Gianni Messeri
  • 05 June 2019
Le previsioni meteorologiche hanno avuto un rilevante progresso nella qualità e attendibilità nell’ultimo secolo grazie allo sviluppo della modellistica numerica resa possibile dall’aumento delle capacità di calcolo.
Ormai tutti noi siamo abituati a consultare su internet mappe che ci mostrano la previsione di venti, temperature, precipitazioni, ma questi, che sono gli “output” dei modelli meteorologici, sono prodotti relativamente recenti. A conferma di questo, ricordo che il primo tentativo con esito positivo di previsione numerica risale al 1950 (Jule Charney, Fjörtoft, e von Neumann). Da allora i progressi sono stati enormi, tali da rendere le previsioni meteorologiche indispensabili in moltissimi campi tra cui le operazioni di protezione civile e la programmazione di varie attività.
Le cause di errori nelle previsioni meteorologiche numeriche sono da imputarsi essenzialmente a due fattori:
1) approssimazioni (parametrizzazioni) nelle equazioni su cui si basano i modelli meteorologici
2) Incertezza nella descrizione dello stato iniziale dell'atmosfera.

Con particolare riguardo al secondo punto è chiaro che l'incertezza della descrizione dello stato iniziale dell'atmosfera aumenta quanto minori e meno accurati sono le misure atmosferiche.
Da questo punto di vista un grosso passo avanti nella qualità delle previsioni meteorologiche è stato fatto a partire dal 1960 anno del lancio in orbita del primo satellite meteorologico. I dati da satellite sono ad oggi fondamentali nella descrizione dello stato iniziale dell’atmosfera perché sono in grado di fornire informazioni distribuite su tutta l’atmosfera di un gran numero di variabili meteorologiche.
Purtroppo la tecnologia 5G lavora su una frequenza  (23 Gigahertz) pericolosamente vicina a quelle usata dai microsatelliti per misurare la quantità di vapore acqueo nell'atmosfera, con possibili interferenze. Questa è la ragione per cui molti esperti americani paventano il rischio di perdere il 77% di questi dati, con conseguente enorme salto indietro della qualità delle nostre previsioni che ci riporterebbe all’affidabilità di 40 anni fa, ovvero agli albori della modellistica numerica.