Agricoltura e ricerca agraria nella Prima Guerra Mondiale - Le Scienze e la Grande Guerra

Il Convegno, organizzato in collaborazione con Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centro Pristem - Università Bocconi, Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, Società Italiana di Storia della Scienza e Gruppo Nazionale di Fondamenti e Storia della Chimica, si inserisce nell'ambito del programma pluriennale (2014-2017) "Le Scienze e la Grande Guerra" in occasione della ricorrenza del Centenario del Primo Conflitto Mondiale. 

Sede: Sala Convegno del Centro di Ricerca - CNR (via A. Corti, 12 - MI) 

Il programma complessivo affronta lo studio e la presentazione al pubblico di quattro filoni tematici: la trasformazione della comunità scientifica internazionale e ruolo dell'Italia; mondo dell'agricoltura e la guerra; scienziati e la guerra; nuove tecnologie e nuova organizzazione nel campo delle comunicazioni. 

Il mondo dell’agricoltura, di fronte ad un cambiamento delle strutture tecnologiche e industriali in vista dello sforzo bellico, fu sottoposto anch’esso sia a mutamenti tecnico-scientifici sia ad una nuova organizzazione della produzione. Un aspetto essenziale fu quello della trasformazione del sistema agricolo in vista della progressiva mancanza di mano d’opera contadina, destinata al fronte. L’aspetto tecnologico e scientifico rappresenta così uno dei contributi essenziali a questo passaggio che aveva l’obiettivo di evitare crisi alimentari sul fronte e nel Paese. 
L’Organizzazione Internazionale degli Studi sull’Agricoltura, con sede a Roma dal 1906, durante il periodo bellico fu notevolmente ridimensionata. Il sistema di trasmissione dei dati e delle informazioni però non si interruppe e anzi i rapporti tra i paesi alleati dell’Italia si intensificarono per creare un sistema di controllo degli approvvigionamenti agricoli su tutti i fronti del conflitto. L’esame e il dialogo tra i vari specialisti e i governi dell’Intesa fu quindi il risultato di 
un coordinamento scientifico che ebbe l’Italia come centro promotore e organizzatore. 
Al di là degli aspetti militari, l’Italia realizzò un piano straordinario per garantire l’approvvigionamento anche sul fronte interno, grazie anche al contributo fondamentale di tecnici e scienziati del settore.